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... La spugna naturale
L'alternativa alle spugne sintetiche per l'igiene della casa e della
persona viene dallo scheletro cellulosico di un curioso cetriolo.Se molti
consumatori oggi scelgono di acquistare detersivi e prodotti per l'igiene
personali e per la pulizia della casa che non comportino rischi per l'ambiente
e per la salute, non si può dire ci sia altrettanta consapevolezza
nel consumo di strofinacci, spugne e altri accessori per la pulizia. Questi
sono infatti costituiti quasi interamente da sostanze e fibre di sintesi,
colle e da un cocktail chimico di coloranti e additivi che non si può
certo considerare innocuo, né durante le fasi di produzione né
tantomeno al momento dello smaltimento. Il consumo pro capite annuo di
spugne e spugnette sintetiche da cucina e da bagno è molto elevato,
perché sono fatte apposta per consumarsi in fretta e ormai si sostituiscono
comprandole a pacchi. Altrettanto velocemente esse finiscono nelle immondizie
e non sono certo rifiuti che si possono differenziare e recuperare. Eppure
fino a non molti anni fa ci arrangiavamo nelle pulizie con stracci di
stoffa e pagliette di metallo, entrambi biodegradabili. Anche per l'igiene
personale la spugna naturale molto costosa ha lasciato il posto soprattutto
alle spugne sintetiche o tutt'al più a qualche guanto di sisal.
I consumatori più attenti possono evitare questi materiali inquinanti
grazie a un'alternativa veramente ecologica, una spugna vegetale di origine
naturale, già tradizionalmente impiegata per le pulizie in diversi
Paesi tropicali. Si tratta della luffa, un cetriolo che con la maturazione
si arricchisce di fibre tanto da essere coltivate non solo per i suoi
delicati frutti ma soprattutto per lo scheletro spugnoso - significato
che, una volta essiccato ed eventualmente tagliato a fette, si presta
benissimo come spugna leggermente abrasiva per pulire, scrostate, massaggiare,
ecc. Dal 1991 ad oggi, una delle più famose ditte di vendita per
catalogo di prodotti ecologici della Germania (Waschbaer) ha venduto oltre
un milione di spugne di luffa, risparmiando all'ambiente un quantitativo
circa 5 volte superiore di inquinanti spugnette sintetiche. A parte questo,
la grande richiesta di spugne di luffa ha avviato in alcuni Paesi interessanti
e remunerativi progetti di coltivazione di questo cetriolo.
Diverse specie e diversi usi
Questo curioso materiale fibroso da secoli trova molti impieghi e oggi
viene usato non solo come spugna come soletta sottopiede traspirante per
le scarpe, come tappezzeria, come materiale di imbottitura per divani
e sedili, come isolante termoacustico, substrato per vivai, abrasivo flessibili
e anche come materiale per imballaggi per chips, vassoi, ecc. Al genere
luffa appartengono diverse specie e molte varietà locali. Quelle
coltivate per la produzione di spugne sono la L. acutangulata che dà
frutti con scanalature longitudinali molto accentuate e la L. aegyptica
(= L.cylindrica) i cui frutti invece sono più compatti e duri e
hanno un diametro uniforme e regolare.
La luffa per il raffreddore
Un'altra specie interessante appartenente sempre al genere Luffa è
la L. Purgans Mart. O L. operculata Cogn. Che possiede proprietà
secretolitiche interessanti nella cura di infiammazioni delle vie respiratorie
superiori. In America centrale e Sud America, questa Cucurbitacea viene
tradizionalmente impiegata come rimedio curativo per una pulizia intensiva
del naso e delle fosse nasali, al fine di prevenire ristagni di secrezioni
in caso di raffreddori e manifestazioni analoghe. Le spugnette di luffa
vengono messe a pezzetti in una tazza di acqua bollente per una notte
e al mattino si fa bollire il tutto. Raffreddato il decotto lo si impiega
imbevendo piccole palline di cotone idrofilo che vengono lasciate nelle
narici per circa 15 minuti. In Europa la Luffa operculata viene impiegata
anche per la preparazione di rimedi omeopatici rivolti soprattutto alla
cura delle riniti o allergiche (raffreddore da fieno)
Come si coltiva
Oggi si coltivano varietà che producono frutti-spugne lunghi fino
a 70 cm, da ognuno dei quali si ricavano anche 40 spugnette. Venduti secchi
e pressati questi frutti si mettono a bagno in acqua e si rigonfiano pronti
per l'uso. Asciutte, le spugne di luffa si impiegano anche per massaggi
per favorire la circolazione. Negli ambienti umidi e caldi del bagno esse
possono essere facilmente colonizzate da batteri e funghi che trovano
un substrato ideale per riprodursi velocemente. Questo inconveniente si
può evitare effettuando di tanto intanto una disinfezione, lavandole
semplicemente a 60° C in lavatrice assieme agli asciugamani. Una volta
consumate si gettano nel compost o nei rifiuti umidi. Il costo è
contenuto: circa 6 -7.000 lire per un frutto. L'unica complicazione è
che almeno per ora si possono acquistare praticamente solo nei migliori
negozi di prodotti naturali e nelle erboristerie. Chi fosse interessato
a un totale autosufficienza può anche tentare di coltivare la luffa,
tenendo però presente che si tratta di un pianta dei Tropici, quindi
molto esigente in fatto di clima. Anche in Italia è possibile coltivarla
all'aperto, ma solamente nelle regioni del Sud che possono contare su
un clima decisamente caldo. In tutte le altre zone ci si dovrà
accontentare di coltivarla in serra ed è bene sapere che in estati
particolarmente fredde la luffa deperisce comunque, anche in ambienti
protetti. La coltivazione per il resto è simile a quella del cetriolo.
Per maturare il frutto ha bisogno di almeno 4 o 5 mesi e pertanto la semina
deve avvenire presto in primavera. Come tutti i cetrioli esige alte temperature
anche per germinare e un terriccio ricco di materia organica e ben concimato.
Bisognerà quindi fornirle subito un adeguato sostegno, perché
essa non ramifica molto ma si arrampica allungandosi verso l'alto. I cetrioli
ben maturi che già iniziano a ingiallire si raccolgono in autunno.
Per estrarre la spugna vanno messi a bagno in acqua per diversi giorni,
staccando quindi polpa e semi ormai fermentati dallo scheletro spugnoso
che poi viene lasciato seccare. Per evitare gli sgradevoli odori della
fermentazione si possono anche seccare i frutti interi e liberarli in
seguito dalla polpa e dai semi. I semi di luffa non si trovano facilmente
nei soliti negozi di prodotti per il giardino e il metodo più semplice
per procurarseli è quello di ordinarli per catalogo, anche via
internet da ditte che offrono semi di piante esotiche o particolari.
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